"I ricordi di..."

Francesca Eugenia

 

 

Il 6 Dicembre 2012 ho ricevuto una mail  da Francesca in cui mi spiegava che casualmente si era imbattuta nel mio sito web e che si era molto emozionata nel rivedere Villamagna, luogo della sua infanzia. Dopo una piacevolissima chiaccherata su Skype, dove abbiamo potuto conoscerci anche attraverso le nostre immagini, abbiamo concordato nel voler arricchire il sito con le emozioni ed i ricordi di Francesca.

Inizio quindi la pubblicazione con le sue prime tre mail:

"Sono Francesca Eugenia, iniziai a cercare reperti sin dal 1969, quando erano ancora ben visibili i segni della guerra in alcune case  con l'intonaco esterno pieno di buchi da schegge e colpi di armi leggere. Nelle foto ho riconosciuto tutto, anche se le mie memorie si spingono, in alcuni casi, molto più indietro. Se lei e' stato spesso là  avrà certamente in mente la "piazzetta" con la bottega di Elio e della Ginetta, l'emporio dei Verdiani o la vecchissima officina del Giachi ( fabbro ferraio del paese) che era lungo via dei Valloni  quasi di fronte alla piazzetta con il suo pozzo ed il suo gelso ove mi arrampicavo. In merito alle ricerche di reperti io mi sono concentrata nelle aree poderali senza alcuna cognizione di dove si fossero svolti gli eventi raccogliendo 3 porta maschere antigas tedesche, 2 elmetti americani (solo guscio in acciaio) bossolame 308, e varie schegge, una baionetta spezzata di M1 Garand e varie altre cianfrusaglie. Mancando dal 1976 non ho idea  di come sia cambiato il posto, ma certamente i ricordi sono fortissimi. Ho mille e più ricordi e volti da raccontare  e mille tristi immagini di persone che non ci sono più ( il calzolaio del paese chiamato "Lombo") o le tante persone che vivevano in quel meraviglioso borgo che ( vedendolo dalle foto satellitari) si e' trasformato ma... non in meglio. Grazie per aver creato il sito".

Francesca Eugenia

"Salve, mi fa piacere leggerla, beh dei miei tempi.... posso ricordare  Vivaldo detto "Ciniglia"  abitava nello stradino a fianco la bottega di Lombo, poi mi ricordo Pio, grande motociclista  con il suo Galletto 350 Guzzi ( averlo oggi varrebbe una vera fortuna), poi mi ricordo di Filanciano ( non so i cognomi quasi di nessuno) il forno di Pelo (so che l'hanno chiuso) dove ho mangiato il miglior pane del mondo e di tutti i tempi, schiacciata compresa. mi ricordo del figlio del Giachi, Carlo.... mi ricordo tantissime cose come andare a far funghi sulla gattaia... o giocare a nascondino  sempre alla piazzetta. I miei ricordi partono dal 1967... ero piccola.... 4 anni circa. Io via dei Valloni me la ricordo ancora sterrata fino sotto  San Donnino, mio padre è seppellito la, ma prima la lontananza dall'Italia, poi la mia malattia mi hanno impedito di venire. So solo che quello che ricordo e' oramai memoria storica, come andare a vedere la TV al circolo ACLI, o andare a caccia di lucertole con la fionda fatta a mano e come elastici le camere d'aria di motorino, con il guscetto di cuoio fatto proprio da Lombo, o il vecchio Torrini che dava una pulita alla forchetta di legno che avevi trovato. Adoro pensare a quei tempi, quando andavo in giro con la bicicletta (una vimer bleu). Mi spiace solo non aver modo di ripassare di la, anche se i cambiamenti e gli stravolgimenti sarebbero un grande impatto. E' stata una bellissima sorpresa il sito, anche perché ci sono i ricordi anche dei miei genitori, anche di mia mamma che mi ha lasciata un anno e mezzo fa. Grazie davvero per questo momento bellissimo che ho rivissuto attraverso il suo sito, grazie di cuore".

 Francesca Eugenia

"Purtroppo non ho fotografie, sono rimaste in mano ad un mio fratello a sua volta deceduto e sono in mano alla compagna con cui non ho rapporti. Ho lavorato  sia negli USA che in giro per l'Europa, ma sono di nuovo nella italica terra. Io ho passato i primi anni della mia vita là, anche durante l'alluvione e proprio in quel periodo vi sono i  miei primi ricordi. Ho sentito la voce di Lombo... e mi e' venuto da piangere, era come l'avessi sentita 10 minuti fa dalla finestra... quando ci diceva "bimbi o dove andate ?" Il latte.... il latte che si tappava sempre con la panna nel collo della bottiglia. Il pane che si portava a casa tiepido con un freddo cane fuori  e tagliavo il cantuccio mettendoci l'olio su ed un po' di sale. Non ricordo se il 1968 o il 69.... ma ci fu una gelata terribile a Natale... a Mommialla era tutto gelato, l'Era era gelato e tutta Villamagna era una lastra di ghiaccio. Le stufe a legna e la cucina economica lasciavano l'odore di legno bruciato. Tutto era diverso, tutto era migliore, più vero e pulito. Il Ciniglia era muratore, aveva una Vespa e con quella andava in giro estate ed inverno, la moglie era l'Ilva, la figlia si e' sposata ed adesso abita nella casa dove stavano la Ginetta ed Elio, a via dei Valloni, accanto ai Busdraghi. Bei tempi, bei tempi davvero.... potrei stare ore a fare commenti a molte delle foto sul sito, per ogni foto un po' di storia da raccontare".

Francesca Eugenia

"Dunque, taborro, se non erro, faceva il trattorista  e , so per certo, aveva una 500  mezza truccata e si atteggiava a gran pilota godendo di alta considerazione nel paese. Il taborro lancio' la moda di guidare con il gomito sinistro sporgente dal finestrino, attegio che faceva molto "cool" o "ganzo" come dicevano all'epoca e che  ben presto divenne lo stile di guida di tutti i piloti , o presunti tali, del paese e questo stile era un "must" specie nella popolazione tra i 21-40 anni ; c'e' da aggiungere che la 500 era acchittata in un modo ultra tamarrissimo con scatico rumorosissimo sdoppiato e tagliato a fetta di salame  che richiamava lo stile abarth.Ebbene... un dì il Taborro che guidava spedito la sua super500 tamarro mobile incrocio' un camion che lo "strinse"  ed il taborro si macellò il gomito , da quel giorno lo stile "taborriano" scomparve in modo repentino ed immediato, portando all'oblio l'atteggio che sino a quel momento aveva imperversato. i fatti si collocano tra il 1966 ed il 1970"

Francesca Eugenia

 

 

 

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