Genova tra Massena e Bonaparte

 

Storia della Repubblica Ligure - il 1800

 

di Antonino Ronco

 

                      LE ARMI

 

Il fucile modello 1777, detto Charleville, era un'arma con un meccanismo di sparo a pietra dotata di baionetta (lunga 40cm) a lama triangolare e manicotto per innestarla sulla canna. Pesava,senza baionetta,Kg.4,65 ed era lungo un metro e 53 cm. Il calibro era di 17,7 mm. e il munizionamento costituito da una palla di piombo del peso di circa 26 grammi e da una carica di 12,5 grammi di polvere,il tutto riunito in una cartuccia di carta. La polvere era in genere a grana grossa e di qualità scadente, il che provocava incrostazioni della canna e spandeva nuvole di fumo che oscuravano il campo di battaglia. Il fucile Charleville, nonostante non fosse un'arma particolarmente riuscita, accompagnò con poche modifiche le fanterie francesi per tutto il ciclo delle guerre della Rivoluzione prima e napoleoniche poi e solo negli ultimi anni dell'Impero si avviò la sua sostituzione con carabine a retrocarica e canna rigata. I difetti del modello 1777 erano quelli derivanti dalla lentezza del caricamento e dalle cattive qualità balistiche. Il caricamento comportava una serie di operazioni che richiedevano, da parte del fuciliere, una ventina di movimenti. Tenendo l'arma sul braccio, il soldato prendeva la cartuccia dalla giberna, staccava con un morso l'estremità contenente la pallottola trattenendola in bocca, apriva lo scodellino del fucile, vi versava un po' di polvere e richiudeva il copribacinetto. Metteva quindi l'arma in posizione verticale, versava la polvere rimasta nella canna, vi sputava sopra la palla, appallottolava il cartoccio vuoto e con la bacchetta di ferro lo spingeva in fondo alla volata comprimendolo sulla pallottola. Portava infine il fucile in posizione di sparo, sollevava il cane e faceva fuoco.Nonostante la complessità di queste operazioni, gli esperti sostenevano che, in circostanze particolarmente favorevoli, un soldato ben addestrato poteva sparare - in teoria - cinque colpi al minuto primo. Nell'Armata di Riserva però i soldati ben addestrati non dovevano essere molti se, mentre già i reparti erano in marcia verso l'Italia, durante l'attraversamento della Svizzera, il generale comandante Berthier sentì il bisogno di impartire per iscritto al suo Capo di Stato Maggiore Dupont le seguenti disposizioni: “Ordinate che in tutte le mezze brigate si faccia tirare, da domani, qualche colpo di fucile a tutti i coscritti, che si insegni loro con quale occhio si mira, e infine in quale modo si carica il proprio fucile”.In generale i soldati francesi erano considerati male addestrati e il sistema di caricamento del mod.1777 più lento di quello dei fucili prussiani e austriaci. Era opinione corrente che mentre il fante francese sparava un colpo i prussiani ne sparassero tre e gli austriaci due.Per rendere il più possibile efficace il tiro, la cosa principale che gli ufficiali dovevano insegnare ai loro soldati era di “aspettare sinchè‚ non vedessero il bianco degli occhi del nemico”. La ragione di ciò era che il fuoco dei fucili di allora era veramente efficace soltanto ad una distanza inferiore ai 100 metri, mentre era praticamente nullo oltre i 400. Molto dipendeva anche dall'uomo che sparava: infatti soldati inesperti e lavativi, per evitare il contraccolpo,versavano in terra parte della polvere riducendo drasticamente l'efficacia del proiettile. Ogni uomo portava con sè 50 cartucce e tre pietrine di ricambio.Tenendo presente quanto sopra - e anche il fatto che durante gli attacchi non era possibile ricaricare l'arma - si capisce come i combattimenti di fanteria venissero risolti essenzialmente con cariche alla baionetta in cui si distinsero sempre le truppe francesi.In battaglia le fanterie napoleoniche si schieravano su tre righe e facevano fuoco la prima in ginocchio,la seconda in piedi e la terza nell'intervallo tra un uomo e l'altro della seconda. Di solito la terza riga restava in riserva, senza sparare, se non quando cominciavano a diradarsi i ranghi delle precedenti. Durante l'attacco non era possibile ricaricare il fucile e si poteva sparare solo il colpo predisposto prima di muovere.Il fucile della fanteria austriaca era, come accennato, l'M 1798 arma derivata da quella francese, con un calibro di 17,6 millimetri, sparante una pallottola del peso di circa 24,5 grammi. Il fucile austriaco era lungo 1,50 metri e montava una baionetta con lama a quattro scanalature lunga 56 centimetri. Il tiro utile di questo fucile era indicato ufficialmente in 250 metri (4). Rispetto al modello francese l'Infanteriegewehr M. 1798 presentava un meccanismo di sparo a pietra più efficiente per cui i colpi a vuoto erano inferiori di quattro volte a quelli dell'arma francese. Negli ultimi anni del '700 tecnici dell'esercito prussiano eseguirono una serie di prove per valutare l'efficacia dei fucili del tempo. Collocato un bersaglio di tela lungo 30 metri e alto 1,80,vennero eseguiti tiri da diversa distanza. I risultati furono i seguenti: da 80 metri il 60% dei colpi centrò il bersaglio,da 140 la percentuale scese al 40%, mentre da 230 soltanto il 25% dei colpi raggiunse il bersaglio. Il parco d'artiglieria dell'armata francese era formato essenzialmente da pezzi in bronzo a canna liscia da 8 e da 4 libbre e obici da 6 pollici. I cannoni venivano classificati in base al peso del proietto, gli obici al calibro misurato in pollici. I cannoni sparavano palle di ghisa fuse e scatole a mitraglia. Solo per i pezzi da 4 libbre, palla e carica di lancio erano già riunite in un unico cartoccio. In combattimento si impiegavano le scatole a mitraglia per il tiro contro le truppe e le palle contro ostacoli da abbattere, edifici e per il tiro alle distanze maggiori. Le scatole a mitraglia erano involucri ripieni di pallette (di varia grossezza) e provvisti di una carica a miccia che, esplodendo, proiettava le pallottole in tutte le direzioni con un raggio utile di una ventina di metri. In alcuni casi le scatole a mitraglia potevano essere riempite anche con semplici pallottole da fucile. I cannoni caricati a palla erano usati anche per il tiro contro formazioni di fanteria a ranghi serrati. In questo caso per aumentare la gittata si ricorreva al tiro di rimbalzo. La palla, colpendo il suolo, compiva una serie di rimbalzi (tranne che nel caso di terreno molto bagnato) la cui lunghezza diminuiva del 50% ogni volta.La gittata dei cannoni napoleonici era piuttosto modesta. Il pezzo da 8 poteva scaraventare la palla sino a 1500 metri ma per un tiro efficace non si potevano superare gli 800 metri. Con la scatola a mitraglia la distanza utile scendeva a 500 metri. Per il pezzo da 4 libbre il tiro efficace andava dai 700 metri a palla a 400 con scatola a mitraglia. Per l'obice da 6 pollici la gittata andava, per le granate, da 700 a 1200 metri mentre era appena di 200 metri per le scatole a mitraglia. Il pezzo da 6 libbre aveva una gittata di 50 metri superiore a quello da 4. Diamo qui di seguito una tabella di raffronto tra le caratteristiche dei principali pezzi francesi e austriaci.

                     

                     F R A N C E S I     

 

------------------------------------------------------------

                  Diametro         Lunghezza      Peso

  Specie     della palla       della b.f.         della b.f.             

                  in mm. (1)        in cm.             in Kg.

------------------------------------------------------------

Can.   8 lib.    103,8           200                584

 

Can.   4 lib.     82,3            160                289

 

Obi.   6 pol.    163,5            68                 318

 

                     A U S T R I A C H E 

 

Can. 12 lib.     114,0           182                733

 

Can.  6 lib.        90,3           144                396

 

Obi.  7 lib.       144,6            90               275 

------------------------------------------------------------

 

1) Il diametro della bocca da fuoco (calibro) era di circa 2 millimetri superiore a quello della palla. Questa differenza si chiamava “vento”. Più il “vento” era ridotto più il tiro risultava preciso.

Per la comprensione delle misure usate in Francia prima dell'adozione del sistema metrico decimale si tenga presente che l'unità di misura lineare era la tesa lunga m. 1,949, di sei piedi pari a m. 0,324, di 12 pollici (m. 0,0275) di 12 linee (m. 0,0025). Duemila tese costituivano una lega pari a m. 3898,87. L'unità di misura di peso era la libbra pari a Kg. 0,4895; sottomultiplo l'oncia (Kg. 0,0305).
Per una sommaria illustrazione del funzionamento e della parte logistica di un cannone da campagna napoleonico prendiamo come esempio il classico pezzo francese da 4 libbre. Questo cannone la cui bocca da fuoco pesava 289 Kg., era incavalcato su un affusto ruotato di legno (le ruote avevano un diametro di 150 cm.) che pesava 600 Kg. La squadra dei serventi era composta da otto uomini di cui cinque specialisti addetti al funzionamento dell'arma e gli altri soldati comuni. Le munizioni venivano trasportate parte nel cofano posto sopra l'affusto, parte nel cassone che seguiva come riserva. Il pezzo da 4 portava nel cofano 18 colpi a palla mentre nel cassone ne erano contenuti 100, più venti scatole a mitraglia. I compiti degli artiglieri disposti attorno al pezzo erano, in sintesi, i seguenti: il primo a destra della bocca puliva la volata con lo scovolo e spingeva la carica (polvere e palla) in fondo alla canna rincalzandola con un "tappo" di fieno. Un altro servente accendeva la miccia; il puntatore regolava l'alzo con il sistema a vite del materiale Gribeauval. A lato della culatta un servente manovrava lo stasatore, un ferro con cui veniva pulito il focone e forato il cartoccio della carica già inserita nella canna; dall'altro lato l'addetto a far fuoco introduceva la miccia accesa nel foro della culatta e, dopo lo sparo, chiudeva col pollice il focone per spegnere eventuali residui di combustione.
Quanto alla velocità di tiro, i cannoni da 4 libbre francesi e quelli austriaci da 6 riuscivano a sparare da due a tre colpi al minuto mentre i pezzi più grossi e gli obici non ne sparavano più di uno. Dopo cento colpi il tiro cominciava a diventare impreciso e dopo 500 era molto probabile che la bocca da fuoco esplodesse. Le palle venivano collaudate facendole passare attraverso appositi calibri e urtate tra di loro, perché‚ si rompessero quelle difettose.  

 

 

INIZIO PAGINA HOME PAGE