"Villamagna...ieri...oggi..."
Ho deciso di aggiungere questa pagina, anche se potrebbe sembrare non giustificata, perché anche se l'indirizzo principale di questo sito riguarda la ricerca con il metal detector, mi sembrerebbe assurdo stilare una nota asettica dei ritrovamenti, che non prenda in considerazione il territorio in cui è avvenuta. Il chiodo forgiato a mano, la votiva o qualunque altro oggetto rinvenuto su un particolare territorio testimoniano di quanto avvenuto in un passato più o meno recente. Questo implica anche di parlare delle persone vissute o viventi su quel territorio, degli spazi in cui vivevano e dell'ambiente in continua mutazione.
Io sono stato a Villamagna per la prima volta nel 1973 e devo ammettere che ne sono stato subito favorevolmente colpito. Il territorio piacevole e per me inusuale, le persone molto ben disposte e generose nei confronti "dello straniero", mi hanno dato una sorta di "imprinting" che a distanza di tanti anni, ancora mi procura emozione quando decido di "ritornare". Nella sua semplicità "Villamagna" mi emoziona ancora e trovo naturale, ogni volta che la rivedo, rispettare alcune tappe fisse che, sempre uguali in tutti questi anni mi obbligano piacevolmente a rispettare una sorta di pellegrinaggio. Una puntata a Nord verso il cimitero e la Pieve della Madonna della Neve e lo spazio dietro di loro ed una a Est verso le case popolari. Grande piacere nel vedere tutte quelle colline, Volterra e a Nord l'appennino, quel mare di terra quella sensazione di grande spazio e di possibilità di respirare aria pura a pieni polmoni, non diversa da quella che provo a Genova guardando il mare.
La frequentazione di Villamagna e delle sue genti nel corso degli anni mi ha portato a fotografare i luoghi, le persone, a volte particolari insignificanti per i più ma particolarmente significativi per me, in una sorta di desiderio di fissare per sempre ciò che vedevo e di conseguenza le emozioni indotte da quelle visioni. Come sempre accade l'abbondante materiale si accumula, si sedimenta è sempre presente ma col trascorrere del tempo diventa ignoto, occulto, seppellito in un cassetto.
Bello il giorno in cui improvvisamente tutto questo bagaglio si manifesta nuovamente, è uno scrigno di ricordi che si apre, immagini, suoni, emozioni, sensazioni che si ripropongono e procurano ancora una volta piacere...
...Sempre caro mi
fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare...
(L'Infinito di Giacomo Leopardi)
""...mi ricordo... di Francesca Eugenia B."